domenica 8 marzo 2009
The end is the beginning is the end(09:20:00)
Questo blog ricomincia da dove era terminato il precedente, ovvero da un giorno di Natale di pura ribellione verso le convenzioni (esiste un giorno migliore del 25 dicembre per ribellarsi? primavera di Praga anyone?). Solo che i quarti sono diventati i sette del titolo invece che cinque.
Avete mai l'impressione che vi stèssero rubando il tempo, come dice Vasco? Pensate mai che la vostra vita, andare a scuola, laurearvi, cercare un lavoro, crescere, mettere su una famiglia, fare due figli, vederli andare a scuola, crescere, laurearsi eccetera non sia altro che un ciclo infinito? Avete appena fatto uno scontro con la macchina e due giorni dopo leggete che sulla strada che stavate percorrendo c'è la più alta percentuale di incidenti e quindi in pratica la vostra vita non è altro che un'equazione dove le incognite sono pari a quelle di una statistica che qualcuno ha già calcolato (pant, la domanda più lunga del secolo)?
Avete cinquant'anni e pensate di aver buttato la vostra esistenza e vorreste ritornare indietro? Bene, non è possibile.
L'unica cosa possibile è resistere, resistere, resistere.
Breve lezione di teoria musicale per chi ne è a digiuno: un pezzo in sette quarti è un brano che in una o più parti è impossibile da seguire con il piede (o forse è possibile, ma allora sapete già cos'è un ritmo in sette quarti).
Questa è la ribellione sotto forma di musica.
La macarena, il meneito, la salsa, la lambada (faccio un lungo elenco di balli latinoamericani perché sembra facciano impennare il numero di visite al blog; un ballo per trovarli, un ballo per ghermirli e nel buio incatenarli, eccetera), dicevo, tutta questa spazzatura è roba che da sabato prossimo in poi snobberete altamente, mettendovi a ballare in maniera trascinante un ritmo dispari che nel frattempo avete imparato.
Ma allora, perché affidare l'incipit di questo manifesto alla lotta ad un pezzo truzzo e caciarone come "Flathead" dei tizi di cui sopra? Perché è divertente. Perché c'è un ritornello che possono cantare tutti (parappàpparararara, sette quarti baby). Perché alla fin fine, ci piacerebbe essere dei moderni che guevara, ma del Che abbiamo solo la maglietta, ed al supermercato, dio bono, dobbiamo andarci tutti, altrimenti il frigo resterà vuoto e la pancia idem.
(The Fratellis - "Flathead", "Costello Music", 2007)
Questo blog ricomincia da dove era terminato il precedente, ovvero da un giorno di Natale di pura ribellione verso le convenzioni (esiste un giorno migliore del 25 dicembre per ribellarsi? primavera di Praga anyone?). Solo che i quarti sono diventati i sette del titolo invece che cinque.
Avete mai l'impressione che vi stèssero rubando il tempo, come dice Vasco? Pensate mai che la vostra vita, andare a scuola, laurearvi, cercare un lavoro, crescere, mettere su una famiglia, fare due figli, vederli andare a scuola, crescere, laurearsi eccetera non sia altro che un ciclo infinito? Avete appena fatto uno scontro con la macchina e due giorni dopo leggete che sulla strada che stavate percorrendo c'è la più alta percentuale di incidenti e quindi in pratica la vostra vita non è altro che un'equazione dove le incognite sono pari a quelle di una statistica che qualcuno ha già calcolato (pant, la domanda più lunga del secolo)?
Avete cinquant'anni e pensate di aver buttato la vostra esistenza e vorreste ritornare indietro? Bene, non è possibile.
L'unica cosa possibile è resistere, resistere, resistere.
Breve lezione di teoria musicale per chi ne è a digiuno: un pezzo in sette quarti è un brano che in una o più parti è impossibile da seguire con il piede (o forse è possibile, ma allora sapete già cos'è un ritmo in sette quarti).
Questa è la ribellione sotto forma di musica.
La macarena, il meneito, la salsa, la lambada (faccio un lungo elenco di balli latinoamericani perché sembra facciano impennare il numero di visite al blog; un ballo per trovarli, un ballo per ghermirli e nel buio incatenarli, eccetera), dicevo, tutta questa spazzatura è roba che da sabato prossimo in poi snobberete altamente, mettendovi a ballare in maniera trascinante un ritmo dispari che nel frattempo avete imparato.
Ma allora, perché affidare l'incipit di questo manifesto alla lotta ad un pezzo truzzo e caciarone come "Flathead" dei tizi di cui sopra? Perché è divertente. Perché c'è un ritornello che possono cantare tutti (parappàpparararara, sette quarti baby). Perché alla fin fine, ci piacerebbe essere dei moderni che guevara, ma del Che abbiamo solo la maglietta, ed al supermercato, dio bono, dobbiamo andarci tutti, altrimenti il frigo resterà vuoto e la pancia idem.
(The Fratellis - "Flathead", "Costello Music", 2007)
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