giovedì 19 marzo 2009

Un mondo perfetto (o quasi)(15:04:00)



Se ha fatto un pezzo in 7/4 Dolcenera, allora può farlo chiunque.

Potrebbe cominciare la casalinga a casa, sbattendo un materasso sette volte con il battipanni.
La seconda strofa potrebbe essere di un fabbro che forgia uno spadone (ma esistono più?) (i fabbri e gli spadoni, intendo).
Potrebbe farlo il postino, suonando sempre sette volte.
Potrebbe farlo un bambino, svegliandosi alle sette di mattina e facendo divorziare i genitori.
Fatelo anche voi a casa, con sette colpi di tosse.
Oppure con cento colpi di spazzola (Melissa P. è sempre fuori luogo).

Ma in fondo che cazzo ne sapete - voi (cit).

Aggiungete una voce roca, qualche altra badword, ripetete cinque o sei volte un ritornello identico a "The show must go on", e siete arrivati: è pronto il vostro pezzo in 7/4 fatto in casa. Come guarnitura, glassate con una eco di Vasco verso la fine ("la nostalgia dei ricordi non conta niente ormai" - ah, dimenticavo, prerequisito: il testo deve esprimere concetti innovativi). Servite freddo, possibilmente non dopo un capolavoro di Gordon Sumner, meglio a fine febbraio in prima serata.

L'unica cosa che mi rimane della canzone di Dolcenera è l'intro, un mix di pianoforte, synth, chitarra, probabilmente frutto dei sogni inquieti di qualche turnista. Che sognava Dolcenera (forse). Ed il naso di Dolcenera. Sì perché mentre cercavo un'immagine per questo post, ho scoperto che Dolcenera ha un naso perfetto. Sicuramente non frutto della chirurgia estetica (forse).

Ma in fondo, io che cazzo ne so (cit).









(Dolcenera - "Com'eri tu", "Un mondo perfetto", 2005)


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